Menegazzo Mons. Antonio

Pubblicato giorno 7 febbraio 2021 - Missioni, Vocazione

DSCN0175Nato nel 1931 da Giovanni e Fabris Emilia. La madre era casalinga mentre il padre, che da giovane emigrò in America in cerca di lavoro, coltivava un po’ di terra e allevava un po’ di bestiame, sul cui ricavato viveva tutta la famiglia.

La svolta verso il sacerdozio fu data da un bravo Sacerdote di Cittadella, Don Giuseppe Grotto, che aveva una dote particolare per attirare i ragazzi. Un giorno chiese ad Antonio se voleva farsi sacerdote e, alla risposta positiva, gli indicò Padova e precisamente l’Istituto dei Comboniani, per continuare gli studi verso il sacerdozio e la vita missionaria. Eravamo nel 1942, durante la guerra mondiale e Antonio aveva appena 11 anni. Nel 1948 andò a Firenze per il Noviziato ed emise i primi voti religiosi nel 1950. Emise i voti perpetui nel 1956 a Vengono Superiore (Varese). Fu negli anni di Noviziato, di Filosofia e di Teologia che la chiamata del Signore si fece chiara e fu anche chiaro il fine del sacerdozio e che cosa volesse dire essere missionario comboniano: essere impregnato dello spirito di S. Daniele Comboni, spirito di sacrificio e grande amore per le anime.  Fu ordinato sacerdote il 15 Giugno 1957 a Milano dall’allora Cardinale Montini, divenuto poi Papa Paolo VI.

Fu destinato nel Sudan del Nord, dove mise piede nell’ Ottobre del 1957, lo stesso anno dell’Ordinazione sacerdotale. Il Nord del Sudan, terra difficile, in maggioranza araba mussulmana, con pochi cristiani sudanesi, in cui le principali attività dei missionari erano l’insegnamento nelle scuole e l’assistenza religiosa ai cristiani A Kadugli, dopo appena due anni, rimase solo e fu, quindi, eletto parroco. Non fu un tempo facile: da solo e con poca conoscenza della lingua. Da Kadugli passò a El Fasher nel Darfur e poi a El Nahud nel Kordofan, sempre nel lavoro pastorale, come parroco. I tempi furono sempre difficili, in un mondo mussulmano;Mons. Antonio tra ragazzi sudanesi difficili anche perché non poteva muoversi senza il permesso scritto delle autorità mussulmane, permesso che non era sempre facile da ottenere. I cristiani non erano molti e per di più erano sparsi in zone lontane l’una dall’altra: grandi distanze, pochi mezzi di trasporto e strade che non erano strade, ma piuttosto piste nel deserto.  Nel 1972 fu trasferito a Port Sudan, sul Mar Rosso, sempre come parroco e nel 1976 passò a Khartoum come Vicario Generale. Come tale, ebbe l’occasione di visitare parecchie volte tutte le parrocchie della vastissima diocesi di Khartoum e parecchie cappelle, accolto sempre con entusiasmo dai sacerdoti e dai fedeli. Siccome c’era l’intenzione di dividere la diocesi di Khartoum, perché troppo vasta, nel 1985 fu trasferito a Kosti, come Vicario Vescovile, con l’incarico di preparare le infrastrutture necessarie per la nuova diocesi.

Fu nel 1992 che venne la grande sorpresa: eletto Amministratore Apostolico della confinante diocesi di El Obeid. El Obeid già da due anni era senza la presenza del Vescovo, costretto a lasciare il Sudan per ragioni di sicurezza. Il pensiero che la Chiesa aveva bisogno della sua presenza, fece sì che egli accettasse, anche se con apprensione, il nuovo incarico. In fin dei conti non l’aveva cercato lui e quindi era sicuro dell’aiuto del Signore. Fu accolto dai Sacerdoti e dai fedeli con grande solennità e gioia, mentre le autorità civili non si fecero vedere. Alla fine del 1995 il Papa Giovanni Paolo II lo elevò allo stato vescovile ed egli fu ordinato Vescovo a El Obeid il 3 Marzo 1996, sempre come Amministratore Apostolico, ad nutum Sanctae Sedis, con la sede di Mesafelta. Oltre alla pastorale Mons. Antonio diede molto impulso all’educazione, costruendo alcune scuole e aiutando molti studenti profughi, provenienti dal Sud Sudan.

Il 13 Settembre 2006 Mons. Antonio compì 75 anni e seguendo le direttive del Diritto Canonico, diede le dimissioni che non furono accettate subito, se non dopo alcuni anni. Conclude il suo servizio per un decennio a servizio della parrocchia di origine (Cittadella) nella pastorale vicariale sempre a disposizione di parrocchie e gruppi…


A cinque anni dalla sua morte, nel marzo del 2024,
abbiamo vissuto due momenti in suo ricordo: