Per chi suonano le campane…?

Pubblicato giorno 6 luglio 2023 - Caritas, Diocesi, Missioni

Di fronte all’ennesimo dramma dei migranti consumatosi al largo delle coste greche, che ha registrato decine e decine di vittime e centinaia di persone disperse, tra cui molti bambini, la Chiesa di Padova, è stata invitata a raccogliersi in preghiera per le vittime di questa tragedia, per i superstiti, per le famiglie che ancora attendono notizie e perché queste tragedie non si ripetano più. Le campane che alle ore 19 di domenica 18 giugno hanno suonato, anche nella nostra parrocchia, ci richiamavano ad un momento di vicinanza, compassione, di silenzio e di preghiera per queste vittime…

Riportiamo alcuni passaggi del comunicato stampa della Conferenza degli Istituti Missionari in Italia – CIMI – di quello stesso giorno. (Qui puoi accedere al testo completo)

Con il passare delle ore diventa sempre più drammatico il bilancio delle vittime dell’ennesimo naufragio di una imbarcazione carica di migranti che è avvenuto tra il 13 ed il 14 giugno a Pylos, nel mar Jonio nelle acque territoriali greche.

Il timore è quello di arrivare a dover contare più di 600 morti tra uomini, donne e soprattutto bambini lasciati annegare e soccorsi in estremo ritardo. (…)

Stiamo assistendo come sempre all’inguardabile e stomachevole scaricabarile.

I superstiti abbandonati su brandine in una struttura del porto di Kalamata, lontano dai giornalisti

I corpi rinvenuti trasportati di notte al buio da una motovedetta della guardia costiera greca e trasferiti al nord di Atene in camion frigoriferi per la identificazione.

I parenti delle persone che avrebbero dovuto essere sull’imbarcazione che intasano il centralino dell’ospedale di Kalamata per avere notizie dei propri cari.

È il “rituale” che si ripete ad ogni naufragio, ad ogni “strage annunciata”

Si, si tratta di vere “stragi annunciate” perché ogni “imbarcazione” che parte può essere una “strage annunciata” e non serve poi proclamare lutto nazionale per “lavarsi la coscienza”.

Le domande che ci poniamo e che poniamo a che è chiamato a governare sono sempre le stesse: le persone che erano su quell’imbarcazione o sulle altre imbarcazioni naufragate avevano altre alternative per scappare dalla violenza? Rischiare la vita oppure continuare a subire violenze nei lager libici? Voi, noi cosa avremmo fatto se fossimo stati al loro posto?

La risposta non sta l’ultimo “patto europeo”, la risposta non si trova nelle coscienze “sporche” dei politici che lo hanno votato.

Forse la risposta sta “semplicemente” nel rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali. Leggi e convenzioni che tutti i paesi hanno votato ma che vengono dimenticate quando si pensa solo alla difesa del proprio paese o della “fortezza Europa” e quando si fa politica per difendere interessi di corporazione o personali.

Leggi e convenzioni internazionali scritte nel corso di decenni per impedire che la violenza e la cultura della morte tornassero a prevalere.

Rispettare le leggi e le convenzioni internazionali per evitare altre “stragi annunciate”.